Vivara in breve
L'isolotto di Vivara
L’isolotto, dal caratteristico aspetto a mezzaluna, è costituito dalla porzione occidentale d'un antico cratere vulcanico, emerso dal mare circa quarantamila anni fa. L'anello del vulcano, che si completa con la metà costituita dal promontorio di Santa Margherita vecchia, racchiude al suo interno lo splendido specchio di mare detto "golfo di Genito".
L’isola è quindi ciò che rimane di uno dei cinque crateri di Procida.
L’isolotto di Vivara è posto geograficamente all’estremità nord-occidentale del Golfo di Napoli ed è un sito altamente rappresentativo dell’ambiente insulare mediterraneo, presenta strutture geomorfologiche e vulcanologiche non sottoposte ancora a un irreversibile impatto umano e conserva valori archeologici, botanici e faunistici di notevole livello. Collegata alla vicina Procida da un ponte pedonale di poco più di 100 metri, Vivara è un piccolo e ameno territorio (32 ettari), luogo incantato di arcana bellezza, scampato miracolosamente alla pioggia di cemento che negli ultimi vent’anni s’è abbattuta un po’ ovunque e indiscriminatamente nel Golfo di Napoli. Un polmone verde dagli intensi colori della rigogliosa macchia mediterranea in una gamma cromatica che cambia in maniera spettacolare con l’avvicendarsi delle stagioni.
Per la sua posizione geografica, Vivara costituisce una sorta di ponte naturale fra le isole di Procida e di Ischia, lungo una linea di collegamento fra la terraferma e la più grande delle isole flegree. Nonostante la superficie totale sia di soli 0.32 Kmq, con un percorso costiero di circa 3 Km, la sua estensione appare maggiore a causa delle accentuate variazioni altimetriche.
Dalla zona sommitale (109 m. s. l. m.), la superficie dell’isola degrada dolcemente verso nord e verso sud; a nord, alla punta detta “Capitello”, vi è l’unica zona d’accesso naturale da Procida. I suoi fianchi sono molto ripidi su entrambi i lati, est e ovest, quindi per la sua particolare conformazione costiera, l’isola risulta difficilmente accessibile dal mare per la quasi totalità del suo perimetro. Però in alcuni punti (punta Mezzogiorno nella parte più meridionale, punta d’Alaca a ovest e la Carcara, pressappoco al centro della costa orientale), l’andamento costiero più dolce, grazie anche all’opera dell’uomo, permette un approdo un po’ più agevole. A Vivara non esistono arenili.
Alla fine del ponte, in corrispondenza della punta Capitello, vi è un casotto d’ingresso, da cui si accede, salendo per una lunga rampa di gradini fatta costruire in onore della principessa Maria José che voleva visitare l'isola, al sentiero principale che attraversa l’asse longitudinale di Vivara (da nord-est a sud-est) e conduce alla sua parte più alta, posta quasi al centro dell’isola, ove si trova un gruppo di case rurali. Si tratta di un complesso abitativo costituito da una Casa padronale secentesca e da una Casa colonica.
Alla punta Mezzogiorno alta, a sud dell’isola è posto un edificio detto “Tavola del re”, da cui è possibile godere di uno spettacolo straordinario sull’intero golfo di Napoli che s’inarca, per circa 300 gradi, da Ischia fino al Vesuvio, passando per Capri e la costiera sorrentina.
L’isola di Vivara si presenta come il sito ideale per farne un laboratorio di ricerche e un campo d'educazione ambientale aperto in maniera disciplinata a tutti gli studiosi, gli amanti della natura e le scolaresche che vogliano visitarlo e svolgervi attività nel rispetto dei regolamenti e del territorio.
TOPONIMO - E' noto che in età romana l'isola veniva chiamata con il nome di Vivaria, in seguito diventa Vivarium ; nei secoli successivi il nome sembra ricalcare la stessa origine di vivaio in accordo con l'utilizzazione principale.
Il decreto istitutivo della Riserva Naturale Statale Isola di Vivara