Associazione Vivara APS - amici delle piccole isole
Vai ai contenuti

Nisida

ESCURSIONI e ALTRE ATTIVITA'


Previa autorizzazione della direzione dell'Istituto si organizzano escursioni sull isola, perché possa essere conosciuta e apprezzata nel modo giusto.
Le escursioni sono rivolte anche alle scuole di ogni ordine e grado. L'iniziativa ha ottenuto il Patrocinio morale della Regione Campania, Assessorato all'Istruzione.




La grammatica di Nisida

Un nuovo libro prodotto a Nisida



* * *




Attività svolta per Nisida


La nostra associazione nell'anno 2009,  in collaborazione con la Direzione dell'Istituto di pena minorile di Nisida, ha promosso un ciclo di incontri di educazione alla natura per i ragazzi dell'Istituto. Gli incontri, concordati con le insegnanti delle attività didattiche prof.sse Maria Franco e Adele Micillo, sono iniziati  a febbraio e terminati a  maggio; sono state effettuate quattro conferenze introduttive sul mondo delle piante, con particolare riferimento a quelle della macchia mediterranea dell'isola, alle quali hanno fatto seguito attività pratiche in loco.
Sono state  posizionate, lungo il sentiero che dalla sommità dell'isola conduce alla Lavanderia Borbonica, delle tabelle illustrative di alcune delle piante più rappresentative di Nisida. L'iniziativa s'inserisce nell'ambito del progetto sul parco letterario isola di Nisida.
Infine è stato attuato un programma di visite guidate  con esperti in Archeologia, Geologia e Scienze Naturali, alla scoperta delle bellezze della piccola isola.
Dal 2005
al 2007  abbiamo effettuato visite a Nisida inseriti nella programmazione dell'iniziativa "Maggio Monumenti" organizzata dal comune di Napoli .

* * *


Si sono concluse tutte le otto visite guidate programmate per il 2009
sull'isola di Nisida.
Le visite sono state concordate con l'Istituto di pena minorile con il quale collaboriamo per alcuni programmi educativi rivolti ai ragazzi detenuti e per un progetto di apposizione di tabelle esplicative delle principali piante dell'isola.
Le escursioni si sono svolte a maggio, giugno, settembre e ottobre ed hanno sempre registrato il massimo  del numero dei partecipanti stabilito in 30 persone,  le guide sono state effettuate da:  Roberto Gabriele per gli aspetti  naturalistici, da Daniele Coppin per quelli geologici e da Simona Ferraioli e  Antonia Persico per quelli storici.
Nisida è un luogo molto agognato, la presenza dell'istituto di pena minorile non ne consente un'apertura pubblica e le nostre visite sono state quindi un'occasione per farla conoscere, i napoletani sopratutto  sono molto interessati e curiosi di accedere su quest'isola  percepita come parte integrante della città.
Tutti sono rimasti molto soddisfatti dell'esperienza nonostante alcune parti inaccessibili per motivi di sicurezza e molto simpatica è stata la presenza di numerosi bambini che  hanno così trascorso belle mattinate all'aria aperta.


* * *

2010

Anche per il 2010 la nostra associazione, d'intesa con la direzione del carcere minorile di Nisida e in collaborazione con le insegnanti  delle attività didattiche proff.sse Maria Franco e Adele Micillo, ha proposto un ciclo di lezioni per i ragazzi detenuti nell'istituto.
Si sono tenuti due incontri, il 6 e il 13 maggio, in cui sono stati illustrati ai ragazzi gli aspetti ambientali dell'isola di Nisida con particolare riguardo alla natura geologica, a cura di Daniele Coppin, geologo dell'associazione Vivara.

Le visite guidate si sono tenute il 6 giugno 2010 e il 12 settembre.


* * *

2011



Si è svolta il 19 giugno la prevista visita a Nisida che ha visto la partecipazione di 25 persone. Sono stati illustrati gli aspetti storici dalla nostra guida Simona Ferraioli mentre Roberto Gabriele ha esposto quelli geologici e naturalistici. Alla fine un intervento del Prof. Michele Scotto di Cesare autore di un libro sulla flora di Vivara, che evidenziando gli interventi antropici sull'isola, ha fatto notare come ci sia stata un'alterazione della macchia mediterranea sia pur non invadente.



* * *


2019

Dopo otto anni, l'ultima visita risale al 2011, il 16 giugno 2019 si è tornati su  l'isola che non c'è a guidare un nutrito gruppo di partecipanti che hanno aderito all'iniziativa proposta dalla nostra associazione di visitare Nisida, l'isola collegata a Napoli da una colmata di terra risalente al 1936.
Sull'isola è presente un carcere minorile per cui non è aperta al pubblico e le rare occasioni di accesso sono sempre benvenute e accolte con grande interesse da parte dei napoletani che desiderano conoscerla dato che offre splendidi panorami e una rigogliosa macchia mediterranea.
A guidare il gruppo, composto da circa 40 persone, sono stati i nostri esperti: Daniele Coppin che ha illustrato gli aspetti geologici e vulcanici caratteristici del comprensorio dei Campi Flegrei a cui Nisida appartiene e Simona Ferraioli per la parte storica e letteraria. Roberto Gabriele, presidente di Vivara Onlus, ha introdotto con qualche nota sulle attività dell'associazione.
Impagabile la discesa attraverso il sentiero che conduce a Porto Paone che è la vera attrazione dell'isola.
Si ringrazia la Direzione dell'Istituto di pena minorile di Nisida per aver concesso l'autorizzazione.


* * *





BREVE  STORIA DI NISIDA


Nisida, il cui nome deriva dal greco Nesis, che vuol dire isoletta, ha la forma quasi circolare: è un cratere vulcanico la cui apertura ha un diametro di circa 150 metri.
Le prime notizie risalgono al poeta Omero che nell’Odissea sembra fare riferimento proprio a Nisida.
Sull’isola Bruto, che ivi aveva una villa, congiurò con Cassio contro Cesare e varie volte ricevette la visita di Marco Tullio Cicerone.
Nell’anno 42 a.C. i cesaricidi Bruto e Cassio furono sconfitti, nella battaglia di Filippi, dai Cesariani Antonio, Ottaviano e Lepido e, provati da tale sconfitta, si suicidarono. Si racconta che, a seguito di questa terribile notizia, Porzia, moglie di Bruto, abbia trovato la morte sull’isola di Nisida suicidandosi anch’ella.
Nella storia di Nisida c’è un grosso buco per cui le notizie successive a quelle dell’epoca romana risalgono direttamente agli inizi del Medioevo.

Durante il periodo angioino, Nisida divenne soggiorno ricercato di letterati ed amanti dell’attività venatoria. Il Boccaccio, che in quegli anni era a Napoli alla corte degli Angioini dove era diffuso il Mecenatismo, menzionò Nisida in Fiammetta. L’isola fu dimora della regina Giovanna, figlia di Roberto d’Angiò e salita al trono di Napoli nel 1343. E’ proprio al periodo angioino che si fa risalire la realizzazione della Torre di Guardia.

Nel 1554 l’isola di Nisida fu acquistata da Giovanni Piccolomini, poi Duca d’Amalfi e sposo della Contessa Costanza d’Avalos, il quale vi edificò un castello.
Nel frattempo la peste era alle porte e nel 1593 la Città di Napoli aveva acquistato lo scoglio del Chiuppino per destinarlo a Lazzaretto mercantile, una struttura cioè dove venivano messi in quarantena gli equipaggi e le mercanzie provenienti da luoghi focolai di peste ma il progetto venne realizzato solo anni dopo (1626-1628) in seguito al dilagare della malattia a Messina nel 1624.

Dopo il tramonto della dominazione spagnola e la breve parentesi austriaca, i Borbone riacquistato il trono di Napoli ed unito a quello di Sicilia, in tempo di pace scelsero l’isola come teatro delle attività venatorie per le quali Carlo III e suo figlio e successore Ferdinando IV nutrirono una smisurata passione. Nel 1814, Gioacchino Murat durante il decennio francese decretò la realizzazione del Lazzaretto-Porto con un nuovo molo che univa Nisida allo scoglio del Chiuppino ormai chiamato Lazzaretto e la costruzione di un nuovo lazzaretto ‘sporco’.
Fu inoltre ripreso un progetto di trasformazione della Torre di guardia di Nisida, da tempo abbandonata, in un istituto dl pena. Il progetto Ideato da Gioacchino Murat fu adottato, dopo il suo ritorno a Napoli, da Ferdinando IV di Borbone che voleva creare a Nisida anche un porto franco. In tutta la penisola si era presa coscienza del problema carcerario e della necessità di migliorare le condizioni di vita dei detenuti per il loro recupero morale.
I Borboni fecero largo uso delle carceri rinchiudendovi oltre ai detenuti comuni anche prigionieri politici come i patrioti Michele Pironti e Carlo Poerio condannati nel 1851.


una storica cartolina di Nisida ancora isola anteriore al 1936


Nel ventennio fascista il penitenziario fu trasformato in Riformatorio Giudiziario con demolizione di due piani dell’antica Torre e nella parte superiore dell’isola si costruirono 7 padiglioni adibiti a Colonia Agricola per i detenuti minorenni. Sulla punta Sud venne realizzato un silos per il grano e quattro stalle. Il nuovo complesso per la rieducazione dei minori costituì il nuovo coronamento dell’isola mentre con una colata di cemento ed il taglio dello scoglio del chiuppino si realizzava nel 1936 il collegamento definitivo di Nisida alla terraferma.

Nel 1945 l’Accademia Aeronautica pose la sua sede sui fabbricati all’ingresso dell’isola. Nel 1948 il riformatorio giudiziario venne definitivamente trasformato in Casa di rieducazione per minorenni sempre alle dipendenze del ministero di Grazia e Giustizia. Nel dopoguerra, la NATO e la Guardia di Finanza si sono insediate nei locali del nuovo lazzaretto sul molo di Levante.
L'istituto era il prototipo del modello fascista di rieducazione dei minorenni. La legge n. 888 del 1956 dispone la sottrazione del minore in attesa di giudizio al carcere per i minorenni, sostituendolo con l'Istituto di osservazione, all'interno del quale furono istituite sezioni di custodia preventiva allo scopo evidente di svolgere indagini sulla personalità ed idonee a favorire la personalizzazione del trattamento. Uno di questi Istituti viene insediato proprio a Nisida, a partire dal 1971, occupando la parte apicale dell'Isola. Il ricco dibattito culturale e politico che porta alla riforma del Codice di Procedura Penale Minorile, contenuta nel D.P.R. 448/88 realizza un intervento che persegue fondamentalmente due finalità: favorire la rapida fuoriuscita del minore dal circuito penale e deflazionare il ricorso a misure detentive.

In quella prospettiva viene costituito l'Istituto penale per i minorenni e si avviano a Nisida una serie di progetti di recupero e prevenzione dei minori devianti. Da allora, a Nisida, il Dipartimento per la Giustizia Minorile ha realizzato un intervento penale e sociale, che operando su un vasto campo di azione e nell'ottica della polifunzionalità, ha teso a limitare e prevenire l'estendersi del fenomeni di emarginazione e devianza. Attualmente l'isola ospita una pluralità di strutture, diversamente orientate sia per tipologia di utenza che per progetti educativi.



__________________________________________________________

Riportiamo un articolo del 2020 sulla Lavanderia borbonica


2 settembre 2020


Lavanderia borbonica di Nisida, appello al ministro: ora salviamola
Intellettuali e Comitato di Portosalvo: si sta sbriciolando pian piano per l’incuria
di Marco Molino

Ieri non è accaduto nulla di irreparabile ma potrebbe bastare anche una giornata particolarmente ventosa, o una pioggia intensa, per far crollare rovinosamente in mare la Lavanderia Borbonica, il monumento ottocentesco che si erge nella baia di Nisida a pochi metri dagli scogli. Su queste pagine avevamo già denunciato, nel lontano 2012, la disastrosa condizione della storica struttura, ma in otto anni non è stata effettuata nessuna opera di consolidamento e tantomeno sono arrivati i fondi promessi dal ministero della Giustizia per trasformare il diroccato palazzo in un moderno centro culturale. Nel frattempo le pareti del rudere hanno continuato a sbriciolarsi, una pietra dopo l’altra, e le associazioni segnalano il rischio di un imminente e definitivo cedimento dell’antico magazzino penitenziario. L’attuale presenza dell’istituto di detenzione per minori sull’isolotto conferma una secolare vocazione carceraria che nega tutt’oggi alla città un ricco patrimonio paesaggistico. Furono i Borbone a trasformare l’antico castello di età angioina in una prigione per condannati comuni e politici. E allo scopo di soddisfare le esigenze della casa di pena, nel 1815 fu realizzato lo stabile destinato alle lavanderie ed alle attività logistiche. «L’edificio abbandonato subisce l’azione corrosiva degli agenti atmosferici che aggravano la situazione di anno in anno – spiega Antonio Pariante del comitato di Portosalvo –. Un graduale crollo è praticamente già in atto e per fermarlo il demanio regionale dovrebbe urgentemente mettere in sicurezza il costone».

Affacciata sulla baia di Porto Paone, la Lavanderia è il punto d’arrivo dei sentieri naturalistici riscoperti nell’ambito del Parco Letterario occasionalmente aperto al pubblico. Ci si arrampica fra cactus e arbusti avvinghiati sul promontorio a picco sul mare fino a raggiungere il rudere dalle finestre nere, stretto nell’abbraccio mortale di rovi e rampicanti. Eppure la misteriosa costruzione è in sintonia con il fascino selvaggio dell’isola amata da autori, poeti e musicisti. «Già Omero descrisse le bellezze di Nisida – ricorda la professoressa Maria Franco, che ha insegnato nell’istituto minorile per trent’anni – poi l’hanno raccontata Cicerone, Plinio, Marziale, Boccaccio, Pontano, Sannazaro, Dumas padre, Matilde Serao, Benedetto Croce, Berlioz, Mendelssoh e tanti altri». In quest’arcadia a due passi da Bagnoli, la rinascita della Lavanderia Borbonica potrebbe rappresentare il primo passo per il concreto riavvicinamento dell’isola alla città. Qualche speranza l’aveva suscitata il progetto per la costituzione a Nisida del Centro Europeo di Studi sulla devianza giovanile, che prevedeva nel fabbricato di Porto Paone «la realizzazione delle sale per i seminari e gli incontri internazionali, attrezzate con moderni sistemi impiantistici ed informatici». Buoni propositi rimasti sulla carta. «Ciò che invece rimane adesso è il pochissimo tempo per rimediare – avverte Pariante – e noi lanciamo un appello al Mibac e alla Soprintendenza perché evitino il peggio».







Per visualizzare bene la pagina gira così
Torna ai contenuti