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News dalle Isole

NOTIZIE DALLE ISOLE

a cura della Redazione di Ali Cudi
Il Corriere delle piccole isole




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7 Dicembre 2024


Pianosa tornano a volare i barbagianni
comunicato congiunto CRUMA-LIPU PNAT




Grazie ad un progetto triennale di PNAT e Lipu dopo cinque anni di assenza  una coppia di Barbagianni ha deposto le prime uova a Pianosa

Cinque uova di Barbagianni (Tyto Alba) si sono schiuse nei primi giorni di luglio sull’isola di Pianosa (LI), nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Nel corso della primavera infatti, una coppia reintrodotta sull’isola si è stabilita in uno dei nidi artificiali collocati dal Cruma, nell’ambito di un progetto finanziato dal Parco Nazionale Arcipelago Toscano. La femmina ha deposto le cinque uova che si sono tutte schiuse.
Un risultato importante per un intervento - quello di reintroduzione a Pianosa del Barbagianni - cominciato nel 2023 e che vede insieme Lipu Cruma Livorno e Parco Nazionale Arcipelago Toscano, con il supporto di Ispra.


Dal 2021, a seguito degli interventi per l’eradicazione del ratto nero dall’isola, la presenza del Barbagianni si è ridotta fino a scomparire. Era un “effetto collaterale”, negativo, ma previsto in sede progettuale per un’azione indispensabile alla tutela della biodiversità dell’isola. Il ratto nero infatti, specie introdotta involontariamente dall’uomo, aveva un effetto devastante su numerose specie animali e vegetali, in particolare su un uccello pelagico molto importante: la berta maggiore. La presenza del ratto negli anni aveva determinato forti squilibri sia nella fauna che nella flora dell’ex isola carceraria, ma costituiva la fonte di cibo principale per il Barbagianni. Quando questa è venuta a mancare, il rapace notturno è scomparso.

L’eradicazione del ratto ha dunque eliminato una preda importante nella dieta del Barbagianni, ma ha migliorato le condizioni ambientali complessive e determinato l’incremento di altri micromammiferi, altrettanto importanti per la sua alimentazione. Non essendo mai venute meno le condizioni per la presenza della specie, ed anzi, essendo potenzialmente anche migliori, nel 2023 sono stati reintrodotti i primi quattro esemplari provenienti dal Centro Recupero Animali Selvatici di Bernezzo (CN). Dopo il rilascio graduale e un periodo di monitoraggio però, nessuno di loro si è stabilito in modo permanente sull’isola. Quest’anno quindi si è portato avanti un nuovo tentativo. Sono stati individuati i siti migliori in cui collocare ulteriori nidi artificiali, che sono risultate alcune stanze di edifici abbandonati. Il Barbagianni infatti ama nidificare in edifici diroccati o ruderi, meglio se in aree aperte, con possibilità di caccia e accesso diretto in volo.

La fase seguente è stata l’effettivo rilascio di 4 individui, 2 maschi e 2 femmine, divisi in coppie sono stati rilasciati in prossimità dei nidi artificiali. Ad uno dei maschi dei quali è stato applicato un dispositivo GPS, appositamente pensato per i rapaci notturni ed in fase sperimentale, per tracciarne gli spostamenti, seppur con una durata limitata, non affidandosi solamente ai punti di ascolto notturni. Si tratta di uno strumento particolare, che ha permesso di individuare le aree di caccia, le abitudini notturne e la cassetta nido frequentata. Il soggetto maschio della coppia purtroppo è stato trovato deceduto qualche settimana dopo, le cause sono riconducibili ad un evento naturale, ma un altro esemplare maschio l’ha rimpiazzato, e la coppia nuovamente formata è quella che si è riprodotta.

La schiusa delle uova è un primo risultato importante, Mostra infatti che, come era prevedibile, la presenza attuale di micromammiferi sull’isola è tale da garantire condizioni ottimali per la presenza del Barbagianni la sopravvivenza di una coppia, che quindi sceglie di farvi il nido. Ma anche che si sta ristabilendo una biodiversità complessivamente più ricca.

Dei 5 pulli 3 si sono regolarmente involati dopo essere stati inanellati a cura dei tecnici ISPRA e del Cruma. Il progetto andrà avanti ancora un anno, dopo di che verranno valutati sia i risultati che i dati raccolti, per capire se e come intervenire, oltre al normale monitoraggio.

«La schiusa di cinque uova di Barbagianni (Tyto Alba) sull'isola di Pianosa», commenta Giampiero Sammuri, Presidente del Parco Nazionale dell’Arcipelago toscano. «È un risultato che segna un passo significativo nel nostro impegno per la conservazione della biodiversità. Questo progetto di reintroduzione, realizzato in collaborazione con Lipu, Cruma Livorno e Ispra, dimostra come la sinergia tra enti e le azioni mirate possano portare a risultati positivi».

«La scomparsa del Barbagianni dall'isola - ha aggiunto - a causa dell'eradicazione del ratto nero, sebbene fosse un effetto collaterale previsto, quanto spiacevole, ha aperto la strada a un ambiente più equilibrato e sostenibile. La schiusa di queste uova attesta non solo il ripristino del nostro ecosistema, ma anche un futuro promettente per questa specie, che ha trovato un habitat idoneo per nidificare e prosperare. Continueremo a monitorare e sostenere questa iniziativa, certi che il nostro impegno contribuirà a una biodiversità sempre più ricca e variegata nel Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano».

Nicola Maggi, Responsabile del Cruma, aggiunge: «I primi dati forniti da questo importante progetto di reintroduzione sono per noi molto incoraggianti. Confermano, come avvenuto anche in altre occasioni, l’importante azione di conservazione svolta dal Cruma, e in generale dai centri di recupero della fauna selvatica, nei confronti delle specie selvatiche in declino o addirittura minacciate di estinzione. È un grande incoraggiamento a proseguire il nostro operato».


Sito web mittente: http://www.islepark.it





1 Novembre 2024


Naturalisti e ricercatori a confronto all’Isola del Giglio.
Celebrato il convegno scientifico conclusivo del progetto LIFE LETSGO GIGLIO


Si è concluso con successo il convegno scientifico dedicato al progetto LIFE LETSGO GIGLIO (“Less alien species in the Tuscan Archipelago: new actions to protect Giglio island habitats”) che ha riunito esperti, ricercatori e rappresentanti delle istituzioni dal 23 al 25 ottobre sull'Isola del Giglio. Gli interventi e la discussione si sono focalizzati sulla tutela della biodiversità delle piccole isole del Mediterraneo, sulla riduzione dei pericoli associati alle invasioni delle specie aliene, animali e vegetali, e sui risultati conseguiti grazie alle attività svolte nel corso del progetto. Tra i relatori erano presenti esperti nel settore della conservazione della natura, tecnici impegnati nella realizzazione di altri progetti Life, tecnici e rappresentati di aree marine protette e di parchi nazionali, rappresentanti di associazioni per la tutela dell’ambiente.

GDF ROAN Livorno: Conclusa importante attività
a tutela dell'area marina protetta all'isola di Giannutri


Si è conclusa da pochi giorni un’importante attività di monitoraggio delle aree marine protette dell’Arcipelago Toscano finalizzata alla salvaguardia dei delicati ecosistemi marini, condotta in stretta sinergia e coordinamento dalle vedette della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Porto Santo Stefano, dai battelli dell’Ente Parco Nazionale Arcipelago Toscano e dal catamarano “Conrad” dell’Organizzazione Internazionale “Sea Shepherd Italia”.

Sito web mittente: http://www.islepark.it






31 Luglio 2024


Il nuovo Museo archeologico di Capri.
L’Isola dei Cesari. Capri da Augusto a Tiberio.

È stato inaugurato venerdì 26 luglio 2024 a Capri, negli spazi del Quarto del Priore della Certosa di San Giacomo, il nuovo Museo archeologico di Capri. L’Isola dei Cesari. Capri da Augusto a Tiberio. Sono intervenuti il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, il Direttore generale Musei Massimo Osanna, che è anche curatore del progetto insieme a Carmela Capaldi dell’Università di Napoli Federico II, e la delegata alla Direzione regionale Musei Campania Luana Toniolo, RUP dell’intervento.

Il museo racconta la storia dell’isola nel momento del suo massimo splendore, all’epoca degli imperatori Augusto e Tiberio, attraverso 120 oggetti e opere d’arte – alcune delle quali veri capolavori – in un affascinante percorso di 8 sale, tra pregiate sculture in marmo, affreschi, ricco vasellame da mensa in ceramica e argento, elementi architettonici.

Cuore dell’esposizione i reperti rinvenuti sull’isola, finora conservati nei depositi della stessa Certosa e del Museo archeologico nazionale di Napoli, adesso finalmente riuniti e fruibili da parte del pubblico. Il racconto museale è arricchito inoltre da numerosi oggetti della stessa epoca, provenienti perlopiù da area campana e finora custoditi nei depositi del Parco archeologico dei Campi Flegrei, del Parco archeologico di Paestum e Velia, del Parco archeologico di Ostia Antica, nonché recuperati da recenti sequestri condotti dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. Fra questi ultimi spiccano tre bellissime coppe in argento rientrate dagli Stati Uniti e un suggestivo affresco proveniente dall’area vesuviana che riproduce un tempio.






30 Giugno 2024


Aperto il Punto Informativo del Parco
Conservazione dei cetacei e delle tartarughe marine


Hai mai visto lo scheletro di Capodoglio esposto presso il nostro Centro di Educazione Ambientale (CEA)?
Non perdere l'occasione, siamo aperti dal 24 giugno al 31 ottobre 2024 con visite guidate gratuite effettuate dalla Cooperativa Isule di La Maddalena e rivolte a grandi e piccini. Le visite guidate illustreranno le specie di cetacei e tartarughe presenti in Mediterraneo, i pericoli che corrono e tante altre curiosità!
Facciamo un piccolo passo indietro...lo scheletro del Capodoglio esposto al CEA, si spiaggiò nel 2019 a Cala Romantica nel Comune di Arzachena. Recuperato grazie ad una convenzione Parco – Università degli Studi di Padova – Dipartimento di Biomedicina comparata e alimentazione, il capodoglio femmina aveva un cucciolo in grembo e nello stomaco sono stati trovati ben 22 Kg di plastica.
La plastica trovata nel mammifero è esposta al CEA assieme allo scheletro di questo imponente cetaceo che abbiamo voluto esporre per ridare dignità all'esemplare e lanciare un messaggio: dobbiamo smettere di inquinare la nostra Terra e impegnarci seriamente per il rispetto di tutte le creature marine (e non solo...).
Dove si trova il punto informativo per la conservazione dei cetacei e delle tartarughe marine?
A Stagnali - presso il Centro di Educazione Ambientale del Parco Nazionale - isola di Caprera

Ecco il calendario delle aperture:


- Dal 24 giugno al 31 luglio:  il lunedì e il sabato dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.30

- Dal 1 luglio al 31 agosto: il lunedì, mercoledì e il sabato dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.30

- Dal 1 settembre al 31 ottobre: il lunedì e il sabato dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.30

Sito web mittente: http://www.lamaddalenapark.it





27 Aprile 2024


Il Parco Nazionale Arcipelago Toscano lancia un nuovo strumento digitale
per la fruizione escursionistica: tutta la Grande Traversata Elbana con un click


Il Parco Nazionale Arcipelago Toscano continua ad investire per promuovere la Grande Traversata Elbana, straordinario cammino che consente di percorrere l’Isola d’Elba da Est a Ovest e viceversa. Da oggi il Parco mette a disposizione degli escursionisti che percorrono la GTE un nuovo strumento digitale, utilizzabile dal proprio smartphone, per poter apprezzare facilmente le bellezze naturalistiche, paesaggistiche, storiche e archeologiche di questo magnifico cammino. Alla carta dei sentieri dell’Isola d’Elba, da tempo scaricabile gratuitamente mediante l’applicazione Avenza Map e molto apprezzata dai trekkers, si è infatti aggiunto un nuovo prodotto, anch’esso fruibile senza costi per gli utenti. In particolare, sono state realizzate 5 mappe, corrispondenti alle 5 tappe della GTE, ad alta risoluzione ed arricchite di specifiche informazioni. All’interno della app Avenza Maps bisogna cercare Elba GTE 2024 (schede dettaglio percorso). Le mappe sono facilmente consultabili in quanto, una volta scaricate, si può passare automaticamente da una all’altra. Inoltre, è possibile, scaricando un file kmz, sfruttare le potenzialità dell’applicazione cartografica visualizzando sulle mappe 39 schede informative relative ad altrettanti punti di interesse presenti sul tracciato o nelle immediate vicinanze. Si tratta di informazioni su specie endemiche botaniche che si possono osservare lungo il percorso come il Fiordaliso dell’Elba, su importanti siti archeologici come la fortezza d’altura etrusca di Monte Castello oppure su possibili interessanti varianti al percorso principale come il sentiero che collega la Madonna del Monserrato alla GTE.

Presso l’InfoPark di Portoferraio e nelle altre Case del Parco continua, infine, la distribuzione gratuita della brochure dedicata alla Grande Traversata Elbana che illustra, in sintesi, le percorrenze che la caratterizzano.


Sito web mittente: http://www.islepark.it/





9 Febbraio 2024


Ustica: scoperta un'imponente fortificazione di oltre 3.000 anni fa

Grazie a strumenti non invasivi come il georadar e la tomografia elettrica, sono stati individuati nel Villaggio dei Faraglioni, a Ustica, i resti di una muraglia alta 5 metri e lunga 250 che risale all'Età del bronzo.
Situata nel Mar Tirreno a poco meno di 70 km a nord di Palermo, fin dall'epoca antica l'isola di Ustica è stata un punto d'approdo di alcune delle più importanti civiltà mediterranee, dai Fenici ai Saraceni, che ne hanno sfruttato la posizione geografica favorevole lasciando numerose tracce archeologiche del loro passaggio. Tra queste, spicca l'ultima eccezionale scoperta di una fortificazione risalente a più di tre millenni fa ed effettuata nella zona del Villaggio dei Faraglioni, sito di un importante insediamento all'Età del bronzo.

TECNICHE AVANZATE. Pubblicata sul Journal of Applied Geophysics, la scoperta è di un team di studiosi italiani coordinati dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Il ritrovamento è stato possibile grazie a strumenti non invasivi, come il georadar e la tomografia elettrica, che hanno permesso agli esperti di localizzare l'esistenza di resti di una lunga cinta di mura, parte di un ampio e complesso sistema di difesa. Le dimensioni dell'antica muraglia erano notevoli (era lunga 250 metri e alta da 4 a 5 metri) e, secondo i ricercatori, suggerirebbero l'esistenza di tecniche difensive ben più avanzate di quanto si pensava in precedenza, aprendo nuove prospettive nella comprensione delle popolazioni dell'Età del bronzo insediate a Ustica.

UNA COMUNITÀ EVOLUTA. Sebbene il sito del villaggio fosse già conosciuto e vi siano stati condotti numerosi scavi a partire dagli anni Settanta, si tratta della prima volta che i ricercatori individuano fortificazioni pensate per proteggere il centro abitato, potenzialmente soggetto a razzie e saccheggi. Tra il 1200 e il 1400 a.C., il Villaggio dei Faraglioni, oggi considerato come uno dei meglio conservati in tutto il Mediterraneo, vide infatti il suo periodo di massima espansione. In quel periodo, le testimonianze archeologiche suggeriscono che Ustica ospitava centinaia di abitanti distribuiti in più centri, dediti alla pesca, all'agricoltura, all'allevamento e all'artigianato. Allo stesso tempo, la disposizione urbanistica e l'abbondanza di arredi all'interno delle capanne del Villaggio dei Faraglioni attestano un'organizzazione sociale ed economica evoluta e ben strutturata, nonché un'elevata qualità di vita.

IL MISTERO DELLA FINE IMPROVVISA. Stando agli studiosi, l'esistenza dell'insediamento usticano si concluse quando gli abitanti lo abbandonarono improvvisamente intorno al 1200 a.C., come si deduce tra l'altro da resti di effetti personali lasciati nella loro consueta posizione all'interno delle capanne. Per spiegare questo esodo inaspettato sono state ipotizzate varie teorie, dal disastro naturale a un attacco di predoni provenienti dal mare, fino a devastanti epidemie.

Quel che è certo è che da allora, per circa otto secoli, Ustica rimase disabitata.







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