Associazione Vivara APS - amici delle piccole isole
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Fauna

VIVARA APPROFONDIMENTI
Fauna



Pur con le sue ristrettissime dimensioni Vivara ci fornisce elenchi di diverse specie d’invertebrati e vertebrati, terrestri e marini.
Gli ANFIBI sono del tutto assenti, anche perché sull'isola non esistono sorgenti.
I MAMMIFERI
si riducono in pratica ai soli coniglio selvatico (Oryctòlagus cunìculus),- immesso nell'isola a scopo di caccia dal re di Napoli Carlo III di Borbone circa due secoli fa -, due o tre specie di topolini (Apodèmus sylvàticus e Mus mùsculus domèsticus), e ad una delle sottospecie di topo, di dimensioni minori: la varietà «alessandrina» (Rattus rattus alexandrìnus), assuefatta oramai totalmente a una vita boschereccia con alimentazione quasi esclusivamente vegetale.
Per questa specie, non esiste un particolare fenomeno di predazione da parte di rapaci notturni o diurni.. Benché libero da predatori,
il coniglio selvatico si mantiene in un quantitativo di individui che, pur non rendendolo raro, non ne fa certo risentire l'influenza come rovinosa per la vegetazione. Le caratteristiche morfologiche ed etologiche di entrambe le specie di mammiferi, inducono a pensare di trovarsi di fronte a casi di “nanismo insulare”, giustificati soprattutto da fattori come la consanguineità e la difficoltà nel procacciarsi
il cibo.
Stagionalmente appaiono su Vivara specie diverse di pipistrelli (Myòtis myòtis, Rinolophus ferrumequìnum, Rinolophus euryale, Vespertìlio seròtinus, Pipistrèllus Khuli
) sui quali rimane ancora molto da studiare. L'isola è quindi, come per gli uccelli, una stazione nei viaggi migratori di alcune delle specie di mammiferi volanti italiani.

Se dai mammiferi volgiamo lo sguardo ai RETTILI
, anche ristrettissima è la varietà delle specie che si presentano alla nostra attenzione. La lucertola (Podàrcis sìcula sìcula) è abbondantissima in tutta la gamma delle colorazioni, maculata e non, con verde e senza verde con cui si presenta in tutta la zona flegrea insulare e continentale. Non rara è un'unica specie di serpente, il biacco (Hierophis viridìflavus): assolutamente innocuo, (poco più di un metro di lunghezza), di colorazione, nelle parti superiori, bruno-olivastra nei giovani e nera negli adulti. Presente in alcune centinaia di esemplari, il biacco è osservabile durante la stagione degli amori, tra aprile e luglio. Tra i ruderi e sulle pareti dei pochi edifici può vedersi, specialmente la sera, qualche esemplare di geco comune o tarantola (Tarantola mauritànica), diffusa in quasi tutte le isole e le coste della nostra penisola, e anch'essa assolutamente innocua. La specie è, a Vivara, meno comune che a Procida.



Se consideriamo invece gli UCCELLI, data l’esiguità del territorio dell’isola di Vivara e la brevità della sua distanza da Ischia, e tramite Procida, dalla costa flegrea, si può parlare di un’avifauna di Vivara soltanto nel senso di “avifauna insulare e continentale della zona flegrea”. Qualunque specie ornitica reperita in tale zona, osservata o non osservata sulla piccola isola, deve infatti sempre ritenersi come reperibile su di essa, eccezion fatta per gli uccelli strettamente acquatici che, frequenti nei laghetti flegrei, potrebbero ritenersi praticamente estranei all’avifauna di Vivara per l’assoluta mancanza d’acqua sull’isola. Si considerano pertanto come “presumibilmente” presenti tutte le specie che risultano osservate nelle vicine coste flegree ed isole maggiori. Si può quindi affermare che a Vivara esistono alcune specie «stanziali», (possono trovarsi durante tutto l'anno); mentre altre sono «invernali» (da ottobre a marzo), pochissime sono «estive» (da aprile a settembre), e la maggioranza sono «di passo» (autunnale, settembre-ottobre-novembre, o primaverile, marzo-aprile-maggio, o di entrambi). Delle specie stanziali solo alcune vi dimorano realmente tutto l'anno anche nella maggioranza dei loro individui.

Per le specie stanziali, tra i passeriformi: 1) il passero (Passer Itàliae
) e il passero mattugio (Passer montànus) o «mattugina», 2) il fringuello (Fringilla coèlebs), 3) il merlo (Turdus mèrula), 4) la capinera (Sylvia atricapìlla), 5) 1'occhioccotto (Sylvia melanocèphala),  6) la sterpazzolina (Sylvia contìllans), 7) lo scricciolo (Troglodýtes troglodýtes), 8) la cinciallegra (Parus maior) e 9) il passero solitario (Montìcola solitària).

Tra i non passeriformi sono «stanziali» nel senso suddetto: 1) il gabbiano reale (Larus michahellis
). A punta d'Alaca, sul versante occidentale di Vivara, dimora stabilmente una colonia di circa trecento gabbiani reali, in prevalenza giovani, che spesso si levano in volo tutti insieme, coprendo la piccola isola di una nuvola di vita e di bellezza; 2) l'assiolo (Otus scopus), 3) il barbagianni (Tyto alba).
Altre specie di uccelli «stanziali», pur potendosi trovare in qualsiasi stagione nell'isola, capita che in qualche anno, per la ristrettezza del luogo, non siano rappresentate nella primavera inoltrata da nessun individuo, in quanto nessuna coppia è rimasta a nidificarvi. Tali sono in particolare: 1) il cardellino (Carduèlis carduèlis
), 2) il verdone (Carduelis chloris), 3) il verzellino (Serìnus serinus).
Anche per le specie «invernali», bisogna distinguere le specie normalmente svernanti e quelle occasionali.

Tra i passeriformi le specie normalmente svernanti sono: 1) il pettirosso (Erìthacus rubècula
), 2) il tordo bottaccio (Turdus philomelos), 3) lo spazzacamino (Phoenicùrus ochruros), detto anche «codirosso spazzacamino», 4) l'accèntore (Prunèlla modulàris) o «passera scopaiola», 5) il fiorrancino (Règulus ignicapìllus), 6) il regolo (Règulus règulus), e 7) il luì piccolo (Phyllòscopus collybita).  

Tra le specie normalmente svernanti, tra i non passeriformi, vi è il solo gabbiano comune (Larus ridibùndus).

Delle specie occasionali durante l'inverno diremo a proposito di quelle tipiche del passo autunnale: sono infatti la maggioranza di queste che spesso si ripresentano poi nel corso dell'inverno con individui erratici oltre che a Vivara anche nelle zone limitrofe.

Tra le specie definibili «estive», cioè che nidificano a Vivara pur non essendovi stanziali, ci sarebbe solo il gheppio (Falco tinnùnculus
) o falchetto comune, sulla cui nidificazione a Vivara resta però da discutere.

Il grosso, dunque, degli uccelli reperibili a Vivara è in pratica rappresentato dagli uccelli di passo. Queste specie sarebbero poi da distinguere in tre categorie: quelle tipiche cioè del passo autunnale, quelle tipiche del ripasso primaverile, e quelle che oltre che al passo compaiono anche sporadicamente durante l'inverno; è chiaro che la maggioranza di tutte queste specie, sono reperibili sia al passo autunnale che al ripasso primaverile.

Tra i passeriformi possiamo considerare come specie tipiche del passo autunnale, e quasi tutte con sporadiche ricomparse durante l'inverno e al ripasso: 1) il lucherino (Carduèlis spinus
), 2) più raro, il tordo sassello (Turdus mùsicus), 3) il fanello (Carduèlis cannabina); 4) il frosone (Coccothràustes coccothràustes),
5) lo storno (Sturnus vulgàris
) in branchetti; 6) il saltimpalo (Saxìcola torquàta), 7) la ballerina (Motacìlla alba), 8) la strisciaiola (Motacilla cinèrea) o «ballerina gialla»; e, raramente in ottobre; 9) qualche allodola (Alàuda arvènsis), e 10) qualche tottavilla (Pùllula arbòrea); 11) qualche calandrella (Calandrèlla cinèrea); e, di nuovo tra gli alberi; 12) lo zigolo (Emberìza cirlus); e, rarissima, la cinciarella (Parus caerùleus), molto strana per questa sua rarità a Vivara, data la frequenza con cui la si può vedere in tutta la zona flegrea.  

Non passeriformi tipici del passo autunnale e delle sporadiche ricomparse invernali possono considerarsi: 1) il colombaccio (Colòmba palùmbus
), che in qualche anno è stato presente per tutto l'inverno; 2) il martin pescatore (Alcèdo atthis), avvistato anche d'estate, e 3) la beccaccia (Scòlopax rustìcola).
Al largo poi della costa in settembre vola spesso sul mare in branchetti la berta maggiore (Procellària diomedea
).

Tipici del ripasso primaverile culminante in aprile sono tutto il folto gruppo dei più splendidi e ravvivanti uccelli che contribuiscono più di tutti a rendere Vivara bella e interessante dal punto di vista ornitologico.

Tra i passeriformi appartengono a questo gruppo: 1) l’usignolo (Luscìnia magarhìncha
), 2) il rigogolo (Orìolus orìolus), 3) il codirossone (Monticòla saxìcola), 4) il codirosso (Phoenicùrus phoenicùrus), 5) il culbianco (Oenànthe oenànthe); 6) la monachella (Oenànthe Hispànica), 7) lo stiaccino (Saxìcola rubètra), 8) l'averla capirossa (Lanius senàtor), 9) la cutrettola (Motacìlla flava), 10) la pispola (Anthus pratènsis), 11) il prispolone (Anthus triviàlis); 12) il raro calandro maggiore (Anthus Richàrdi), 13) il beccafico (Sylvia simplex); 14) la bigiarella (Sylvia corrùca); 15) il pigliamosche (Muscicapa striàta); 16) la sterpazzola (Sylvia commùnis), 17) la balia nera (Ficedula hypolèuca), 18) la balia dal collare (Ficedula albicollis), 19) il Canapino (Hippolais poliglotta); 20) il Canapino maggiore (Hippolais icterina); 21 il luì grosso (Phyllòscopus tròchilus); e 22 il luì verde (Phyllòscopus  sibilàtrix). Raramente si sono aggiunti a questo consueto gruppo di Passeriformi primaverili di Vivara, l'Ortolano (Emberiza hortulana), la Cannaiola (Acrocephalus scirpaceus), il Forapaglie (Acrocephalus schoenobaenus), l'Usignolo di fiume (Cettia cetti), il luì bianco (Phyllòscopus Bonèlli) e il Pettazzurro (Luscinia svecica).

Tra i non Passeriformi sono transitori ospiti normali dell'aprile-maggio vivarese; 1) il Succiacapre (Caprimulgus europaeus
); 2) la Ghiandaia marina (Coracius garrulus), 3) il Gruccione (Merops apiaster), detto localmente “Acquarulo”, 4 ) l'Upupa (Upupa epops), 5) il Cuculo (Cuculus canorus), 6) il Torcicollo (Iynx torquilla) (non raro anche d'inverno), 7) la Quaglia (Coturnix coturnix), 8) la Tortora (Streptopelia turtur), 9) l'Airone cenerino (Ardea cinerea) e infine, rari, l'Airone rosso (Ardea purpurea), il Tarabuso (Botaurus stellaris), il Gufo di palude (Asio flammens), e l'Allocco (Strix aluco).

Sul finire di maggio, e poi di nuovo in agosto «passano», trattenendosi brevemente lungo le coste dell'isola, le varie specie anch'esse dell'ordine dei Gabbiani, confuse generalmente come «Rondini di mare» Sterna comune Sterna hirundo
,  Beccapesci – Sterna sandivicensis ecc.) spiccatamente più piccole e agili dei veri Gabbiani, e meravigliose per la loro resistenza al volo e la lunghezza dei loro percorsi migratori, protratti spesso da un circolo polare all'altro.

Si mantengono invece di frequenza in pratica equivalente nel passo autunnale e nel ripasso primaverile, tra i Passeriformi, le cinque specie di «rondini»: Rondine (Hirundo rustica
),  Balestruccio (Delichun urbica), Topino (Riparia riparia); e, tra i non passeriformi, le tre specie di Rondoni: Rondone (Apus apus), Rondone maggiore (Apus melba), Rondone pallido (Apus pallidus); le specie di Falconiformi: Gheppio (Falco tinnunculus), Smeriglio (Falco columbarius), Lodolaio (Falco subbuteo), Falco cuculo (Falco vespertinus), Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus), Nibbio bruno (Milvus milvus), Nibbio reale (Milvus migrans), Poiana (Buteo buteo).

Del tutto fuori d’ogni rapporto stagionale sono le rare comparse nei cieli dell'isola del Corvo imperiale (Corvus corax
); e la Gavina (Larus canus). L’interesse enormemente maggiore che l’isoletta di Vivara presenta per il passo primaverile rispetto a quello autunnale deriva chiaramente dal fatto che l’ambiente da essa offerto a molte specie migranti che vi si possono trovare non è affatto quello idoneo per tali uccelli. Di questo fatto, constatabile soprattutto per i Ralliformi (Porciglione – Rallus aquaticus, Voltolino – Porzana porzana, ecc) e i Caradriformi (Corriere – Charadrius hiaticula, Piviere dorato – Charadrius apicarius, Piviere tortolino – C. morinellus, Chiurlo – Numenius arcuata, ecc), con eccezione della sola Beccaccia, cui è consona la boscaglia di Vivara, può darsi come esempio tipico la Quaglia, unico Galliforme reperibile nell’isola. Questa, infatti, del tutto estranea all’ambiente boschivo e selvoso di Vivara, è come detto immancabile, e in alcuni anni addirittura abbondante sull’isola dal 20 aprile al 20 maggio, quando vi giunge all’alba dal mare; mentre è ben difficilmente reperibile nel passo autunnale, quando intraprende il suo volo migratorio dai campi e dalle brughiere del vicinissimo continente in cui abitualmente vive.

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